martedì 26 febbraio 2019

Il dipendente che passa troppo tempo su facebook durante l'orario di lavoro può essere licenziato


È legittimo il licenziamento disciplinare irrogato dal datore di lavoro che, a seguito della verifica della cronologia del pc di un proprio dipendente, scopra che questo in orario di lavoro abbia effettuato circa 6000 accessi nel corso di 18 mesi, di cui circa 4500 sul social network Facebook, per durate talora significative, costituendo tale comportamento una violazione degli obblighi di diligenza e di buona fede nell'espletamento della prestazione da parte del lavoratore, in contrasto con l'etica comune.
Questo è quanto affermato dalla Corte di Cassazione con la sentenza 1° febbraio 2019, n. 3133 con la quale è stata confermata la sentenza della Corte d’Appello di Brescia e sono state respinte le doglianze generiche proposte dalla dipendente licenziata.
Secondo la Corte, infatti, i giudici di merito hanno correttamente valorizzato l'idoneità probatoria della cronologia, dal momento che la ex dipendente neppure ha contestato il fatto di aver navigato per ore su internet durante l'orario di servizio per motivi estranei all'ambito lavorativo.
La dipendente licenziata, nel ricorso avanti la Suprema Corte, aveva infatti tentato di sostenere l'impossibilità della Corte d’Appello di fondare la propria decisione sui report di cronologia, sia per l'insufficienza di tale riscontro al fine di dimostrare la genuinità e riferibilità alla lavoratrice degli accessi, sia per violazione delle regole sulla tutela della privacy.