Qualora venga mandato
all’incasso un assegno bancario con la firma di traenza (ovvero di colui che ha
emesso l’assegno) falsificata, il titolare del conto corrente su cui è tratto
quell’assegno può ottenere dalla banca il risarcimento dei danni, qualora dimostri
che il dipendente dell’istituto di credito, nel ricevere l'assegno, non ha esaminato la firma stessa
usando la diligenza normalmente richiestagli in ragione dell’attività
professionale svolta.
La diligenza richiesta
allo sportellista o, in generale, al dipendente di banca, non è quella richiesta
all’uomo comune (ovvero la cosiddetta diligenza dell’uomo medio), ma ha un
grado superiore proprio perché viene richiesta a chi, in ragione del proprio lavoro,
deve prestare maggiore attenzione e possedere determinate conoscenze e
competenze tecniche. (Cassazione Civile n. 6513 del 20.03.2014)